Gli ultimi sviluppi nel Caucaso
- Ilaria Muresu
- 19 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Avvicinamento tra Armenia e Turchia:
— Il 18 giugno 2025 il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha effettuato una visita bilaterale in Turchia, incontrando il presidente turco Erdoğan. L’obiettivo principale: riaprire i confini e normalizzare le relazioni, segnando un cambiamento significativo dopo anni di ostilità legati al genocidio armeno e al conflitto del Nagorno‑Karabakh.
Questo a livello geopolitico è un gesto strategico: Pashinyan mira a ridurre l’isolamento armeno, migliorando l’economia diminuendo così la dipendenza dalla Russia.
—Tensioni in Azerbaigian:
Nonostante il dialogo diplomatico lungo il confine con l’Azerbaigian si registrano frequenti episodi di fuoco notturno, soprattutto nella regione di Syunik, fonte di grande preoccupazione civile.
Azerbaigian respinge negando così le accuse, ma molti colleghi analisti ritengono che Baku stia sfruttando questo momento per ottenere concessioni, per un corridoio verso la propria enclave di Nakhchivan.
— Un futuro di trattative di pace tra Armenia e Azerbaigian:
Il progetto di un trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian, con firma prevista per il 2026, include la demarcazione dei confini e modifiche delle leggi costituzionali armene.
Tuttavia potrebbe succedere che..
L’Azerbaigian esige l’istituzione del "Zangezur Corridor", un passaggio sul territorio armeno per collegare Baku a Nakhchivan.
Ma l’Armenia teme che questo minacci la propria sovranità, soprattutto l’accesso tra Iran e Georgia.
In conclusione, il Caucaso è oggi un crocevia di potenze in tensione:
Armenia: si svincola da Mosca, avvicinandosi a UE e Iran, ma resta vulnerabile alla pressione azera e turca.
Azerbaigian: guadagna influenza ed autonomia strategica, ma rischia sanzioni se sceglie la via militare.
Georgia: vede la propria influenza ridimensionata, mentre compete con Turchia e UE.
Occidente e Iran: cercano un ruolo, ma mancano di coerenza strategica.
Il futuro si gioca su pochi nodi cruciali ma importanti da non sottovalutare: firma del trattato di pace, gestione del corridoio, ruolo delle missioni civili e capacità di evitare nuovi conflitti armati. Un equilibrio fragile che potrebbe facilmente spezzarsi nelle prossime settimane.
Comments